Metrica greca e latina - Dieresi

Dal Greco διαίρεσις (=separazione). Si parla di dieresi nei casi in cui due vocali consecutive, normalmente trattate come dittongo, vengono considerate dal punto di vista metrico come due sillabe distinte. Il fenomeno, dovuto non tanto a necessità metrica, quanto piuttosto a motivi di ordine etimologico, riguarda sia la poesia greca che la poesia latina. La presenza della dieresi talvolta è segnata tipograficamente con i due puntini ¨ sopra la seconda vocale, che in latino di solito è la ë, mentre in greco le vocali interessate sono ϊ oppure ϋ, visto che in greco la seconda vocale di un dittongo è costituita sempre da ι o da υ.

Esempi:

♫ Ἀτρε˘˘δης τε˘˘ναξ ἀνδρῶν καὶ δῖο˘ς Ἀ˘χιλλεύς(Hom. Il. I 7)

In questo caso la dieresi è dovuta soltanto all'etimologia. La parola Ἀτρε˘˘δης deriva infatti dall'accostamento del tema Ἀτρε˘- e del suffisso patronimico -ΐ˘δης. Ciò induce gli editori a considerare ε˘˘ come due vocali brevi, nonostante la struttura dell'esametro consenta di considerarle come un'unica sillaba lunga.

Anche nel seguente esempio lucreziano la dieresi è dovuta a motivi etimologici:

♫ āë˘rĭaē prīmūm vŏlŭcrēs tē, dīvă, tŭūmquĕ (Lucr. I 12)

Si tenga presente che nella poesia latina la grafia del sostantivo di origine greca aër, aëris (=aria) e dei suoi derivati in alcuni testi è proposta con il segno di dieresi, in altri con la e semplice (aer, aeris). In questo caso il verificarsi della dieresi è dovuto al fatto che la sequenza delle vocali αε in greco non costituisce dittongo, a differenza di quanto accade in latino per le vocali equivalenti ae. Va ricordato che i poeti latini, quando nelle loro composizioni utilizzavano parole greche, naturalmente ne rispettavano l'originaria struttura metrica.

Del tutto diversa da questa è l'accezione del termine dieresi quando si parla di dieresi bucolica: in tal caso ci si riferisce ad una particolare cesura dell'esametro dattilico.