L'accento nella flessione

Nel corso della declinazione di sostantivi, aggettivi e pronomi, come pure nel corso della coniugazione dei verbi, in linea generale vale il principio secondo cui il tipo e la posizione dell'accento presente nel lemma rimangono invariati in tutte le forme derivate. Accade però spesso che le modifiche rispetto al lemma determinate dalla flessione entrino in conflitto con le condizioni che regolano il tipo e la posizione degli accenti nelle parole, imponendo dei cambiamenti nel tipo o nella posizione dell'accento che ora esamineremo. Per rendere più facile il discorso sarà utile tener sott'occhio il prospetto già analizzato nella pagina precedente.

Tipi e posizioni degli accenti nelle parole
Segno Nome Sillabe Esempio Nome della parola Condizione
´
accento acuto
Terzultima
ν-θρω-πος, uomo
Proparossitona
L'ultima sillaba deve essere breve
Penultima
λό-γος, discorso
Parossitona
Non deve esserci penultima lunga e ultima breve
Ultima
ἀ-γα-θός, buono
Ossitona
Nessuna condizione
accento circonflesso
Penultima
δμ-ος, popolo
Properispomena
La penultima deve essere lunga e l'ultima breve
Ultima
σο-φς
Perispomena
L'ultima sillaba deve essere lunga
In particolare, nel corso della flessione potranno verificarsi le seguenti situazioni:
  1. La desinenza di una parola proparossitona, caratterizzata da vocale breve nel lemma, diventa lunga in una forma derivata; il conflitto con la condizione secondo cui l'ultima sillaba deve essere breve si risolve spostando l'accento sulla penultima sillaba. Es. Il sostantivo νθρωπος, uomo, forma il genitivo singolare sostituendo la desinenza -ου, costituita da vocale lunga, alla desinenza del nominativo singolare -ος, costituita da vocale breve. La forma risultante νθρωπου risulterebbe errata contravvenendo alla condizione che nelle proparossitone prevede l'ultima sillaba breve. Il genitivo singolare di νθρωπος sarà quindi ἀνθρώπου. Questa situazione si verifica soprattutto nella flessione dei sostantivi della 1a e della 2a declinazione con lemma proparossitono.
  2. La desinenza di una parola properispomena, caratterizzata da vocale breve nel lemma, diventa lunga in una forma derivata; il conflitto con la condizione secondo cui l'ultima sillaba deve essere breve si risolve trasformando l'accento circonflesso in accento acuto. Es. Il sostantivo δμος, popolo, forma il genitivo singolare sostituendo la desinenza -ου, costituita da vocale lunga, alla desinenza del nominativo singolare -ος, costituita da vocale breve. La forma risultante δμου risulterebbe errata contravvenendo alla condizione che nelle properispomene prevede l'ultima sillaba breve. Il genitivo singolare di δμος sarà quindi δήμου. Questa situazione si verifica soprattutto nella flessione dei sostantivi della 1a e della 2a declinazione con lemma properispomeno.
  3. La desinenza di una parossitona caratterizzata da vocale lunga sia nella penultima che nell'ultima sillaba del lemma, nel corso della flessione assume una desinenza breve; il conflitto con la condizione secondo cui una parossitona non può avere la penultima sillaba lunga e l'ultima breve si risolve trasformando l'accento acuto in circonflesso. Es. Il verbo λύω, io sciolgo, caratterizzato da , forma la 2a pers. sing. dell'imperativo presente con la desinenza , costituita da vocale breve, in luogo della vocale lunga presente nel lemma. La forma risultanteλύε contravviene alla condizione secondo cui una parossitona non può avere penultima lunga e ultima breve. La 2a pers. sing. dell'imperativo presente sarà quindi λε. Questa legge è nota come legge del trocheo finale o legge σωτῆρα.

A parte questi casi, può accadere che nel corso della flessione una parola ossitona nel lemma diventi perispomena in qualche forma derivata, sostituendo l'accento acuto con l'accento circonflesso nella desinenza. Questo accade per esempio nel genitivo e dativo singolare e plurale delle ossitone della 1a e 2a declinazione. Es. Il genitivo singolare di τιμή, onore è τιμς.

Nella coniugazione accade poi che l'accento tenda a ritrarsi verso l'inizio della parola, compatibilmente con le condizioni previste nel prospetto, in tutti i casi in cui alla desinenza lunga del lemma si sostituisca una desinenza breve monosillabica. Questo si verifica di fatto nell'imperfetto attivo e nel presente imperativo. Es. λαμβάνω, io prendo presenta le forme ἐλάμβανον, io prendevo e λάμβανε, prendi rispettivamente alla 1a pers. sing. dell'imperfetto e alla 2a pers. sing. del presente imperativo.

In ogni caso tutte le modifiche di accento rispetto al lemma che si verificano nel corso della flessione sono segnalate nella trattazione delle declinazioni e delle coniugazioni.