Metrica greca e latina - Strofe (lirica corale)

Dal Greco στροφή = giro. Il termine indica originariamente il percorso circolare che il coro compie danzando nell'orchestra del teatro o in un'area addetta alle esecuzioni del canto corale. Per estensione la parola è utilizzata, quando si parla di lirica corale greca, per indicare il testo poetico del canto che il coro esegue mentre compie, con la sua danza, un giro dell'orchestra.

Vale la pena di ricordare che, proprio per questa sua destinazione, l'orchestra del teatro greco era di forma circolare. L'orchestra semicircolare di molti teatri greci è frutto di ristrutturazioni di età tardo-ellenistica o romana e si spiega con il graduale venir meno della funzione che il coro aveva avuto in età classica nelle rappresentazioni teatrali.

Teatro di Epidauro
Teatro di Epidauro visto dall'alto - L'orchestra è perfettamente circolare.

Normalmente un brano di lirica corale prevede la sequenza di un numero variabile di strofe. Nella lirica corale e nei cori teatrali ad ogni strofe seguiva un'antistrofe, caratterizzata dallo stesso schema metrico della strofe. Verisimilmente, a giudicare dall'etimologia della parola, l'antistrofe veniva eseguita dal coro percorrendo l'orchestra in senso inverso rispetto alla strofe.

Strofe ed antistrofe si alternavano secondo schemi diversi nella lirica corale e nei cori di tragedia. Le composizioni corali di Pindaro, Simonide e Bacchilide erano costruite sullo schema chiamato triade stesicorea. Ogni brano era costituito da un numero variabile di triadi, ciascuna delle quali costituite da una strofe, da un'antistrofe e da un epodo. Ogni strofe ed antistrofe si basava sullo stesso schema metrico, mentre l'epodo aveva schema diverso da quello di strofe ed antistrofe. Ogni epodo aveva comunque schema metrico identico a quello di tutti gli altri epodi. Lo schema era quindi il seguente:

A (strofe) - A1 (antistrofe) - B (epodo).

Esempio:

la I Olimpica di Pindaro è costituita da 4 triadi stesicoree.

I cori di commedie e tragedie erano invece costituiti normalmente da un numero variabile di coppie strofiche, costituite ciascuna da una strofe e antistrofe, dove lo schema metrico si ripeteva, ma era diverso da quello delle altre coppie, secondo il seguente schema:

A (strofe)-A1 (antistrofe),

B (strofe)-B1 (antistrofe),

ecc...

Se strofe e antistrofe riproponevano lo stesso schema metrico, cioè lo stesso ritmo, è logico pensare che sul testo della strofe e su quello dell'antistrofe si eseguisse anche un'identica melodia. Quello che noi chiameremmo ritornello.