Metrica greca e latina - Correptio Attica

Con l'espressione latina correptio Attica si definisce un fenomeno prosodico molto frequente sia nella poesia greca che, per imitazione, in quella latina. Il termine correptio, che significa di per sé abbreviamento, viene utilizzato per indicare un'anomalia prosodica che incominciò a verificarsi in maniera quasi sistematica nella poesia greca verso la fine dell'età arcaica. Da ciò l'aggettivo Attica, che fa riferimento appunto alla poesia attica, la cui produzione, per quantità e qualità, raggiunse l'apice proprio tra la fine dell'età arcaica e la successiva età classica (secoli VI e V a. C.). Il fenomeno, che un tempo si enunciava col principio muta cum liquida non faciunt positionem, è strettamente connesso con la divisione in sillabe delle parole contenenti un gruppo consonantico costituito da una muta seguita da liquida o nasale.

Per meglio enunciare il fenomeno prendiamo come esempio la parola greca πατρὸς, genitivo di πατήρ. Nella poesia arcaica (per es. in Omero) la prima sillaba è quasi sempre trattata come lunga.

Esempio:

♫ πολλά˘κι˘ γάρ σε˘ο˘ πατρὸ˘ς ἐ˘νὶ με˘γά˘ροισι˘ν ἄ˘κουσα˘ Hom. Il. I 396

Ciò significa evidentemente che prima sillaba della parola πατρὸς è sentita come sillaba chiusa e che la divisione in sillabe doveva essere quindi la seguente: πατ-ρὸς. Come dire che in origine il gruppo consonantico -τρ- veniva trattato come qualsiasi gruppo costituito da due consonanti consecutive: la prima chiudeva la sillaba precedente, la seconda iniziava la sillaba successiva. Lo stesso vale per gli altri gruppi costituiti da muta+liquida o nasale.

Con l'evolversi della lingua greca si impose gradualmente una nuova percezione della divisione in sillabe. I gruppi consonantici costituiti da muta seguita da nasale o da liquida furono sentiti sempre più spesso come insieme inseparabile percepito come unica emissione di suono, col risultato che entrambe le consonanti andavano ad iniziare la sillaba successiva, mentre la sillaba precedente rimaneva sillaba aperta e in quanto tale breve se costituita, come capita spesso, da vocale breve. In altre parole se l'analisi prosodica mi porta ad assegnare valore di breve alla α di πα˘τρὸς, ciò significa che la divisione in sillabe è πα-τρὸς.

Esempio:

♫ Οὐδὲ˘ν ἐ˘ν ἀνθρώποισι˘ πα˘τρὸς καὶ μητρὸ˘ς ἄ˘μεινονTheogn. v. 131

Ecco di seguito il prospetto dei gruppi consonantici coinvolti nel fenomeno della corrpetio Attica:

Greco
  liquide nasali
labiali π πρ πλ πμ πν
β βρ βλ βμ βν
φ φρ φλ φμ φν
velari κ κρ κλ κμ κν
γ γρ γλ γμ γν
χ χρ χλ χμ χν
dentali τ τρ τλ τμ τν
δ δρ δλ δμ δν
θ θρ θλ θμ θν
Latino
  liquide nasali
+r +l +m +n
labiali p pr pl pm pn
b br bl bm bn
f fr fl fm fn
ph phr phl phm phn
velari c cr cl cm cn
g gr gl gm gn
ch chr chl chm chn
dentali t tr tl tm tn
d dr dl dm dn
th thr thl thm thn

Va osservato che i gruppi consonantici che coinvolgono le aspirate in latino sono molto rari e comunque riguardano sempre parole derivate dal greco. A parte ciò, altre combinazioni qui elencate sono semplicemente teoriche e del tutto assenti dall'uso reale (es. fm)

Naturalmente quanto detto non significa che prima dell'età attica le sillabe seguite da uno dei suddetti gruppi fossero tutte lunghe e nell'età successiva tutte brevi. Quella riguardante la correptio Attica è una tendenza generale che ammette numerose eccezioni dovute in parte anche alla necessità di imitazione imposta dal genere letterario. Per esempio nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, poema epico del III secolo a. C., il voluto richiamo al modello epico di Omero (VIII sec. a. C. ) spiega la scarsa presenza della correptio Attica nei quattro libri dell'opera.