Il calendario romano

L'antico calendario romano prevedeva in origine solo 10 mesi e cominciava con il mese di Marzo. Traccia di questo primordiale calendario rimane tuttora nei nomi dei mesi che vanno da Settembre a Dicembre. Dal 153 A. C., quando il numero dei mesi fu portato da 10 a 12 con l'aggiunta di Ianuarius e Februarius, l'anno ebbe inizio con il mese di Gennaio.

Coerentemente con l'originario criterio lunare, ogni mese aveva tre giorni fissi corrispondenti a tre fasi lunari. Essi erano designati con i seguenti sostantivi (tutti 3 pluralia tantum):

Forma latina
Data equivalente
Kalendae, -arum (f. pl.)   1° giorno del mese
Nonae, -arum (f. pl.)     5° giorno del mese   (7° in Marzo, Maggio Luglio, Ottobre)
Idus, -uum (f. pl.)   13° giorno del mese (15° in Marzo, Maggio Luglio, Ottobre)

I mesi del calendario romano erano designati mediante l'uso di aggettivi concordati con i sostantivi indicanti queste scadenze fisse oppure con il sottinteso mensis (=mese).

Appellativo
Origine dell'aggettivo
Nonae
Idus
N. giorni
Ianuarius Sacro a Giano
5
13
31
Februarius Mese dei Februa (=purificazioni)
5
13
28
Martius Sacro a Marte
7
15
31
Aprilis Sacro a Venere
5
13
30
Maius Sacro a Maia, dea della vegetazione
7
15
31
Iunius Sacro a Giunone, dea della prosperità
5
13
30
Quintilis
Iulius
Quinto mese dell'anno originario
Consacrato a Giulio Cesare
7
15
31
Sextilis
Augustus
Sesto mese dell'anno originario
Consacrato ad Augusto
5
13
31
Septemper Settimo mese dell'anno originario
5
13
30
October Ottavo mese dell'anno originario
7
15
31
November Nono mese dell'anno originario
5
13
30
December Decimo mese dell'anno originario
5
13
31

Indicazione della data

I giorni fissi (Calende, None, Idi), in quanto complementi di tempo determinato, si esprimevano in ablativo concordato con l'aggettivo indicante il mese.

Esempi:

Forma latina Data equivalente
Kalendis Ianuariis (abbrev. Kal. Ian.).   1° Gennaio
Nonis Aprilibus (abbrev. Non. Apr.).   5 Aprile  
Idibus Octobribus (abbrev. Id. Oct.). 15 Ottobre

Gli altri giorni venivano indicati con riferimento a queste scadenze fisse (che spesso coincidevano con effettive scadenze riguardanti in particolare transazioni finanziarie); rispetto a queste scadenze si faceva un "conteggio alla rovescia" che, se a noi può apparire complesso, in realtà era estremamente utile nella vita pratica, visto che la data veniva a indicare già da sé quanti giorni mancavano alla prossima scadenza.

Il meccanismo era il seguente:

Per indicare il giorno immediatamente precedente una delle tre date fisse si usava pridie seguito dal nome del giorno in accusativo.

Esempi:

Forma latina Data equivalente
Pridie Kalendas Ianuarias (abbrev. pr. Kal. Ian.) 31 Dicembre
Pridie Nonas Apriles (abbrev. pr. Non. Apr.)   4 Aprile 
Pridie Idus Quintiles (abbrev. pr. Id. Quint.) 14 Luglio

Raramente un sistema analogo con postridie + acusativo si usava per indicare il giorno immediatamente successivo alle tre date fisse.

Esempi:

Forma latina Data equivalente
Postridie Kalendas Ianuarias.  2 Gennaio
Postridie Kalendas Apriles.  2 Aprile

Per indicare tutti gli altri giorni intermedi ad uno dei tre fissi si contavano i giorni mancanti per arrivare alla data fissa successiva; nel computo era calcolato sia il giorno di cui si voleva indicare la data, sia il giorno indicante la scadenza succcessiva. Il numero risultante, espresso col numerale ordinale in ablativo, era seguito da ante + accusativo della data fissa.

Esempi:

Forma latina Data equivalente
Die nono ante Kalendas Apriles.  24 Marzo
Die quarto ante Idus Octobres  12 Ottobre

Era però molto più frequente l'uso di una perifrasi costituita da ante + accusativo di tutta l'espressione.

Esempi:

Forma latina estesa Forma latina abbreviata Data equivalente
Ante diem nonum Kalendas Apriles. A. d. IX Kal. Apr. oppure IX Kal. Apr.  24 Marzo
Ante diem quartum Idus Octobres. A. d. IV Id. Oct. oppure IV Id. Oct.  12 Ottobre

La perifrasi anomala del tipo suddetto viene considerata a tutti gli effetti sostantivo indicante la data, tanto da entrare in espressioni del tipo usque ad a. d. IX Kal. Apr. = fino al 24 Marzo.

La parola italiana data risale all'uso antico di concludere le lettere con una espressione del tipo D. (=data, scil. epistula) Athenis IX Kal. Apr. = consegnata (sc. al tabellarius = portalettere) ad Atene il 24 Marzo, dove la determinazione del luogo può essere costituita da un complemento di stato in luogo o di moto da luogo.


L'anno bisestile

Precedentemente all'introduzione del calendario Giuliano l'anno era su base lunare e risultava di 365 giorni; con la riforma introdotta per decisione di Giulio Cesare nel 45 A. C. l'anno, calcolato su base solare, divenne di 365 giorni e ¼; tale durata si otteneva con l'aggiunta di un giorno ogni quattro anni; l'anno in cui cadeva tale aggiunta risultava pertanto di 366 giorni ed era chiamato bisestile perché quel giorno era aggiunto non, come attualmente, dopo il 28 Febbraio, ma dopo l'equivalente del nostro 24 (che per i Romani era a. d. VI Kal. Mart.). Il giorno aggiunto veniva chiamato A. D. BIS SEXTUM Kalendas Martias, mentre con l'espressione a. d. Quintum Kal. Mart. si indicava regolarmente il 25 Febbraio.